top of page

sr  Anna  Žitek

(* 19 febbraio 1921, Krog - 29 settembre 1947, Torino)

Sr Anna Žitek è una Figlia di Maria Ausiliatrice, nata e vissuta in Slovenia (che in passato faceva parte della ex Jugoslavia). Comincia la sua formazione da religiosa il 17 novembre 1938, entrando nell'aspirantato delle FMA nella casa di Selo a Lubiana.

Si trasferisce in Italia il 28 settembre 1939, dove completa la sua formazione religiosa con l'aspirantato e il postulato a Venezia e il noviziato a Conegliano. Emette la sua prima professione il 6 agosto 1943.

Viene destinata alle comunità di Basagliapenta e Padova. Successivamente si ammala e viene trasferita nella comunità di "Villa Salus" a Torino Cavoretto, dove morirà.

Nell'Archivio Storico sono conservati alcuni documenti, dove tra l'altro sono raccolte alcune notizie su di lei, tra cui un quaderno dove sono delineati alcuni profili di FMA defunte, il registro delle FMA della comunità di Torino Cavoretto e le cronache della casa... Riportiamo alcuni stralci e in pdf la traduzione in sloveno:

S. ANNA ŽITEK

14. september 1945, na praznik povišanja sv. Križa, je prišla s. Anica v Hišo za bolne sestre v Villa Salus. Ta dan je bil skrbno načrtovan za vstop....

(s.Martina Golavšek, hmp)

diario Anna zitek.png
Anna Žitek

Il 14 settembre 1945 festa dell’Esaltazione della Santa Croce, sr Anna Arrivò all’infermeria di Villa Salus. Un tal giorno era ben indicato per entrare, in compagnia della Croce nella Casa del dolore, quasi che Gesù volesse dirle: “Fa della tua croce un motivo di festa” e veramente la cara sorella comprese la parola che Gesù le sussurrò al cuore e cercò sempre di sorridere anche nella sofferenza e di conservarsi buona [?] anche nelle ore più dolorose. Iniziata la cura parve si riprendesse, ma fu per pochi giorni, poiché verso Natale del 45 il male ricomparve in tutta la sua violenza con complicazioni varie, e si aveva ormai persa la speranza di salvarla. Sr Anna intuì tutto, ma pure rimase serena e tranquilla, abbandonata al volere di Colui che è Padre amoroso e provvido. Questa sua ferma fiducia e abbandono meravigliava quante avevano il bene di avvicinarla e anche il Medico curante. Il pensiero di unirsi al Signore per sempre le era di conforto e di aiuto. Anche in mezzo alle sofferenze non lasciava di essere allegra, anzi di tenere desta l’allegria in tutto il reparto. Anzi volle che la camera da Essa abitata si chiamasse “Camera della letizia” giacché si era proposta con le sue compagne che bisognava servire il Signore in santa allegria, anche soffrendo e nessuno doveva ripartirsi da loro senza aver prima fatto alcune risatine. Era l’anima delle feste. Tutte le portavano un Sentito e Religioso affetto, non tanto per le sue belle maniere di fare e di trattare, quanto per la sua delicata e squisita virtù.

Essendo il male stazionario nella primavera del 1946 venne mandata al sanatorio San Luigi per l’operazione della [frenico]tomia Suor Anna si abbandonò al volere dei Superiori sicura di fare la volontà di Dio. Anche allora edificò con il suo Religioso contegno i medici, infermieri, ammalate, anzi cercò con la parola e con l’esempio di fare del bene a quelle povere giovani ammalate e vi riuscì. Parecchie continuarono con lei corrispondenza epistolare per trovare nelle sue sante parole, conforto e aiuto per il bene.

L’operazione le giovò molto, sicché andava ogni giorno acquistando in forze. Godevano le Superiore dell’Ispettoria Veneta, pensando al prossimo ritorno colà, di quel prezioso soggetto che dava tante speranze.

Godevamo noi, sue consorelle, che le portavamo tanto affetto nel Signore. Ma il Buon Dio aveva su quell’anima generosa ben altri disegni.

Appena poté si recava ogni giorno alla S. Messa, facendo di tutto per non perdere si grande tesoro, cercava di trovarsi a tutti gli atti comuni di Pietà edificando sempre tutte per il suo angelico contegno e per la sua puntualità. Puntualissima in tutto, in Chiesa, nei luoghi di raduno, per conferenze ed altro, troncando ogni parola ed ogni lavoro al suono della campana.

Esatta nei lavori di cucito mostrava un criterio pratico e un giudizio molto fine. Aveva occhi a tutto e arrivava a tutto. Quando si accorgeva che qualche Consorella del personale della casa aveva qualche oggetto di vestiario da rammendare, attendeva il momento opportuno e se li faceva dare con una disinvoltura che solo le anime generose sanno avere e aggiustava molto bene e le consegnava sorridendo e dicendo: - Non costa niente… sono una sarta che lavora gratuitamente… però se vuole dirmi un Requiem…! - e sorrideva. A volte faceva tutto all’insaputa dell’interessata, aggiustando, stirando, riponendo a posto, felice che solo il Signore lo sapesse! Prestava aiuto alla guardarobiere delle ammalate, piegando la biancheria, aggiustandola a quelle che per il male non potevano porvi riparo distribuiva facendo più volte la scala. Entrava nelle varie camerette pian piano, faceva un bel sorriso, metteva a posto e si allontanava lieve lieve, come un Angelo.

Dove le Ammalate stavano meglio, entrava, diceva qualche frase umoristica per tenere allegre e salutava con un “Arrivederci”, e con inchini ridicoli che aiutavano la comune ilarità. Aveva attenzione delicata per tutte, specie per le Consorelle anziane, con le consorelle più ammalate era un Angelo passava molto tempo accanto ad esse, aiutandole e sollevandole in quanto poteva, fosse pure stato solo con una buona parola ognuna chiedeva volentieri dei piccoli favori a sr Anna perché era sicura di venire soddisfatta e non le avrebbe fatti pesare. Come era bello viverle insieme si sperimentavano le parole del Salmista: “Ecce quam bonum et quam jucundum abitare fratres in unum” era mortificata in tutti i suoi sensi, mortificata nel vitto per cui non chiedeva mai eccezioni, anche quando avrebbe potuto farlo. La diversità di usi e di costumi e di confezionare cibi la sentiva ma non si lamentava e non si udì mai desiderare atri cibi e confezionati diversamente. Finiva sembra quanto aveva nel piatto, anche se doveva versare lagrime [sic] li davanti. Non aveva mai pretese e sapeva dissimulare le mancanze di riguardo.

Esatta nelle piccole cose teneva a mente le parole del Signore: “Chi è fedele nel poco, lo è pure nel molto, e chi disprezza le piccole cose a poco a poco cadrà”.

Anna Žitek
Anna Žitek

Era una di quelle Religiose bramose di salire ogni giorno la vetta della perfezione con volontà decisa, senza arrestarsi di fronte alle difficoltà, anzi in queste si rallegrano poiché quivi dimostrano il loro amore per Gesù.

Disse una Suora Anziana: “Quella giovane sorella dava degli esempi mirabili di osservanza anche a noi anziane!”

Questa è la figura della nostra cara sorella nella sua breve giornata di benessere fisico, Angelo delle piccole attenzioni con tutte, elemento di pace, di allegria, di fraternità, schiettamente Salesiana, osservante sempre e mortificata in tutto. Ognuno sentiva in lei la sorella buona, amabile e cara, pronta a soffrire, ma mai a recare disgusti.

La vera virtù si prova nel crogiuolo. E tutte hanno ammirato gli esempi talvolta eroici di virtù, specie negli ultimi giorni di sua vita.

Il Signore voleva trapiantare in cielo quel giglio profumato.

Nella primavera del “47” ricomparve la tosse, la febbre ed altre complicazioni gravi.

Sr Anna si abbandonò più strettamente in Dio, sentiva che non sarebbe più guarita e non desiderava altro che di prepararsi bene per andare incontro allo Sposo.

Anna Žitek

Breve il patire, eterno il godimento di Dio, la cui sola vista inebria gli Angeli e i Santi e li ripaga [… parola illeggibile] di quanti hanno sofferto per Lui. In questi pensieri di fede sr Anna cercava sollievo e conforto. Pur nelle più gravi sofferenze non chiese mai e non desiderò mai alcuna cosa speciale e comunque contraria alla povertà. Quanta riconoscenza per ogni più piccolo servizio… il più bel grazie usciva sempre spontaneo dalla sua bocca. Non aveva pretese e cercava di fare da sé il più possibile, per non recare disturbo a nessuno. Il giorno 5 settembre, prima che la Direttrice sr Giuseppina Ceffa partisse per i SS. Esercizi, pensando che fosse trasferita, avendo finito il suo sessennio, chiese di ricevere l’Estrema Unzione. Aveva sempre considerato la Direttrice come una Mamma e voleva che elle fosse presente a quel grande atto della sua vita e ricevette il Sacramento con una pietà che edificò.Ringraziò infine il Sacerdote, la Sig. Direttrice, che commossa sino alle lagrime si distaccò per sempre dall’amata Figliuola. Disse a tutti che era felicissima e che non avrebbe cambiato il suo posto con qualunque della terra [… parola illegibile].

Un giorno una consorella andò a trovarla e tra l’altro disse queste preziose parole che dette dal letto di morte hanno ancora più valore. “Nella mia vita ho sempre considerato Dio come mio Padre. Ho sempre vissuto abbandonata in Lui. Mi pare di essere vissuta sempre momento per momento non pensando al domani, così… accettando volentieri la sofferenza di ogni giorno per amore Suo” Quale bella testimonianza poter dare di sé!

Ognuna andava con fiducia intorno a quel letto, a domandare preghiere, tanto si era convinte che fosse un’anima molto cara a Lui. Si andava a trovarla volentieri e si ricevevano i suoi ultimi consigli detti con grande semplicità ed umiltà. Si andava a ricevere i più santi esempi di rassegnazione, di conformità alla volontà di Dio… Insomma di tutte le virtù. Tutte partivano commosse ed edificate, col desiderio di imitarla. Alla vigilia di incominciare gli Esercizi Spirituali per le Ammalate vennero a Salus un gruppo di Rev. Ispettrici di varie Nazioni d’America, che erano in Italia, in occasione del Capitolo Generale. Tutte rimasero edificatissime al vedere la serenità si Sr Anna, il suo sorriso buono.

A tutte prometteva un ricordo presso Gesù e Maria secondo le loro intenzioni. Una di quelle Superiore disse: “Deve essere una Santina questa Suora,. Si sente qualcosa di speciale in questa consorella” e partirono commosse fino alle lagrime.

Incominciati i SS. Esercizi ai quali presero parte anche parecchie Suore venute dalle case vicine, Sr Anna li seguì come poté. Il male incrudiva sempre più. Quanto soffrire! Il Signore voleva purificarla per renderla Immacolata al Suo cospetto e farla entrare con Lui subito nella gloria.

Anche le Esercitande erano attirate dalla sua virtù, tutte andavano a raccomandarsi alle sue preghiere. Talune mettevano in mano sua oggetti Sacri affinché li toccasse. Il giorno secondo degli esercizi, 22 settembre, Sr Anna manifestava il desiderio che le Consorelle andassero più vicino al suo letto e cantassero il “Veni sponsa Christi”e la lode a Maria su l’ali trepide. Poi aggiustassero il quadro della Madonna, il crocifisso, il suo lettino con fiori e si facesse festa! “Desidero che facciano festa perché io vado con Gesù. La festa della mia entrata in Cielo…

Alla sera dopo cena la cameretta fu piena di Suore, comprese le Esercitande di altre case. Il cuore era commosso fino alle lagrime, ma pure incominciato il canto durante il quale sr Anna, sorridente e felice, seguiva tutto col muoversi delle labbra, portando di quando in quando il crocifisso alle labbra, baciandolo col più grande amore. Com'è bello morire così!!

La morte del giusto assomiglia al riposo di un Angelo, disse uno Scrittore ed è veramente così. Di che deve temere chi nella vita passò sacrificandosi, soffrendo sempre, amando Dio e il prossimo con tutte le forze?! E sr Anna si sentiva tranquilla e guardava in faccia alla sorella morte, senza timore, senza paura.

Finito il canto Sr Anna assicurò che avrebbe pregato per ognuna in particolare, appena giunta in Cielo e avrebbe chiesto a Dio la grazia della S. Perseveranza.

<Il giorno 25 Settembre, chiusura degli Esercizi Spirituali, Sr Anna ebbe una forte crisi. Tutte accorremmo attorno al suo letto, pensando che fosse l’[… parola illeggibile] di Sua vita. Quanto soffriva! Lei pure ebbe a dire come un giorno S. Teresa del Bambino Gesù - Non avrei mai creduto di poter soffrire tanto. A poco a poco si riebbe. Caro Gesù quando verrai a prendermi? Come si prolunga il mio esilio, ma sia fatto come tu vuoi -

Passò il giorno 28 in mezzo alle più grandi sofferenze. Parve che il demonio invidioso cercasse di rubarle quella pace di Cielo che regnava nella Sua anima, prendendo motivo delle sue stesse sofferenze che la martoriavano, facendole pensare di non avere la forza di resistere sino all'ultimo se fosse durato ancor molto e che non avrebbe perseverato sino alla fine.

Ma Sr Anna combatté sino all'ultimo come sanno a combattere gli invitti Confessori della Fede… e vinse!

Il Signore la chiamò a sé il giorno del Suo Santo Angelo Michele, l?angelo Guerriero che vinse il nemico infernale! Verso le ore 21 si aggravò… accorse il Sacerdote per le ultime preghiere. Sr Anna seguiva tutto; anzi dal Suo labbro uscivano infuocate e ardenti giaculatorie e preghiere affinché il Signore l’aiutasse, la liberasse. Gesù Ti amo con amore puro. Gesù aiutatemi… Quam dilecta Tabernacula Tua… Maria Aiutami… Don Bosco… Angelo Custode…

Il male era al colmo e ogni respiro era come un piccolo grido che si sentiva fino negli altri reparti: la Reverenda Sig. Direttrice per animarla le disse: Coraggio Sr Anna, la Madonna l’aiuta. Rispose con un […] e con un lampo negli occhi. La Madonna è qui vicina…

A queste parole ci mettemmo in ginocchio e avemmo la viva impressione che qualche cosa di straordinario avvenisse attorno al letto di quella nostra carissima e virtuosa Consorella.

Il Sacerdote intonò la Salve Regina e il Sub Tuum presidium che tutte recitammo grandemente commosse.

Verso le 22.30 chiese che ora fosse e facendo il conto, quanto tempo mancasse alla S. Comunione lo trovò troppo lungo, sicchè disse rivolta al Sacerdote: Mi potrebbe portare Gesù? Desidero fare la S. Comunione!

Vi si preparò con fervore. Come ci è soave il ricordo di quella Sua ultima Comunione! Pareva un Serafino in terra tanto era trasformata sul suo volto; non si vedevano più i lineamenti della morte, ma una calma piena di fiducia, un sorriso pieno di amore.

Quando il Sacerdote entrò nella stanza con le Sacre Specie, Sr Anna rivolse a Gesù un lungo sguardo di Fede e di amore e poi lo ricevette nel Suo cuore per l’ultima volta! Si fece recitare una preghiera: Gesù quel che tu cuoi, voglio pur io… ecc che tanto le piaceva e che [….] aveva recitato in tutte le S. Comunioni della sua vita. Pregò per tutti; per tutti promise un ricordo perenne in Cielo.

Alle 5.30 entrò in agonia, venne chiamato il Sacerdote da poco allontanato il quale subito incominciò le preghiere degli agonizzanti.

Le campane della vicina Chiesetta facevano udire i loro dolci rintocchi che invitavano alla recita dell’Angelus.

“Sr Anna suona l’Ave Maria, vuole che la recitiamo?” le venne detto. Accondiscese con un sorriso e la seguì con amore.

Le ultime stelle brillavano ancora nel firmamento e davano a quell'ora il senso di una pace infinita.

Recitata l’Ave Mariasi calmò. Il Sacerdote le diede l’ultima assoluzione e Sr Anna poggiando il capo sulla spalla destra fece un dolce sorriso, come se bellezze nuove già rapissero il suo sguardo… e più non si mosse.

Sr Anna era già entrata nella luce a contemplare la vera “Luce” che aveva illuminato e sorretto il suo virtuoso cammino. Aveva 26 anni!

Bibliografia

  • Vodè A., Storia di un piccolo fiore. Foglizzo, 1964.

  • Facciamo Memoria... 1947

  • cf Ispettoria Piemontese "Maria Ausiliatrice" - IPI, Archivio Storico FMA Nizza Monferrato, Fondo IMA

bottom of page